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Leggendo i racconti favolistici di José Alberto Chávez del Rio sei rapito dall'aria che la cultura peruviana emana. Non sai mai dove finisce il sogno ed inizia la realtà.
La cosa che mi ha stupito, quando gli ho chiesto la fonte di tali storie, che a mio avviso si erano tramandate di padre in figlio nei villaggi di quella nazione, è stata la sua risposta: "Le ho inventate io!" mi ha detto. Sono rimasto colpito dal modo in cui scrive i suoi racconti che, oltre a sembrare veritieri (nel senso che sembrano usciti dalla cultura popolare peruviana) sono narrati con delicatezza e amore.
Molti dei suoi racconti mettono insieme personaggi della tradizione peruviana e personaggi da lui inventati, ispirati magari a persone veramente conosciute in Perù e in Italia. Il bello, però, è che non ti chiedi mai se un personaggio è vero o inventato, perché i racconti scorrono così bene da non farti porre il problema. Nella sua raccolta, naturalmente, non ci sono solo storie di divinità o ispirate al folklore peruviano, ma è possibile trovare anche racconti “normali” che però sono dotati di una delicatezza e un colore così caldo e intenso, da poter essere letti da chiunque abbia voglia di sognare ed apprezzare i buoni sentimenti, colmi di una morale semplice e da tutti comprensibile. In alcuni passaggi lo possiamo paragonare, con tutti i distinguo, a Sepulveda, parlando di America latina, e a Rodari se ci sposta in Italia.
Credo, in tutta umiltà, che ne sentiremo parlare…
Augusto

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