Margini in/versi di Claudia Ciardi. Appunti di letteratura, recensioni di poesia, antropologia, arte e architettura, notizie dal mondo editoriale.
Valutazione media:Artefice della Rivoluzione russa dell'ottobre 1917, fu capo del partito bolscevico e presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo della Russia sovietica e poi dell'URSS. Il padre, Il'ja Nikolaevič Ul'janov, di religione ortodossa, era originario di Astrachan'; laureato in matematica col famoso professor Lobačevskij, uno dei fondatori delle geometrie non-euclidee, dal 1855 insegnò matematica e fisica nell'Istituto dei nobili di Penza, dove conobbe e sposò nel 1863 Marija Aleksandrovna Blank. Si trasferirono a Nižnij Novgorod, dove Il'ja Nikolaevič insegnò nel locale ginnasio finché nel 1869 accettò l'incarico di ispettore delle scuole elementari del governatorato di Simbirsk, e vi si trasferì con la moglie, già incinta di Vladimir, e con i due figli Anna e Aleksandr. Nel 1874 venne nominato direttore scolastico, col grado di consigliere di Stato e insignito dell'ordine di San Vladimiro, ottenendo l'inserimento nel quarto grado della gerarchia nobiliare e il diritto alla trasmissibilità del titolo.
continuare a leggereNoto durante la Rivoluzione d'ottobre anche con gli pseudonimi di ''Andrej''", ''Mikhalyč'', ''Max''", ''Smirnov'' e ''Permjakov'', fu un leader del partito bolscevico e un capo di Stato della Russia sovietica all’indomani della conquista del potere da parte di Lenin. Jakov Sverdlov nacque presumibilmente Ešua-Solomon Movševič Sverdlov da famiglia ebrea nel 1885. Nel 1901 aderì al partito socialdemocratico dei lavoratori di Russia, schierandosi con la fazione dei bolscevichi a sostegno di Lenin e svolgendo un ruolo importante nell'organizzazione del partito bolscevico negli Urali, soprattutto nella città di Ekaterinburg. Prese parte ai moti rivoluzionari del 1905. Tra il 1905 e il 1909 ricoprì vari incarichi organizzativi nel partito, prima negli Urali e poi a Mosca. A causa della sua attività politica venne arrestato dalla polizia zarista nel giugno del 1906 e condannato a tre anni di carcere.
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